IL CARDELLINO ISABELLA (Andrea Mazzoli)

Ebbi modo di conoscere la mutazione isabella nel cardellino nel febbraio del 1987, in Belgio, da Rudy Driesmans. Rimasi un pò scettico alla vista di quel meraviglioso soggetto, forse perchè era ancora cocente in me la fregatura che poco tempo prima avevo preso nel casertano con un "finto isabella". Si trattava di uno splendido ỏ "pittato", trasformato con l'ammoniaca in un soggetto "isabella" che, nell'aspetto cromatico, nulla aveva da invidiare al soggetto di Driesmans. E fù proprio per questa marcata somiglianza, o forse perché prevenuto per il fatto che Rudy nella vita fa il coiffeur, che sul primo momento dubitai della originalità del soggetto.


Tornai, in seguito, svariate volte a casa di Driesmans ed ebbi modo di rivedere la cardellina in questione. Nulla era cambiato nel suo piumaggio dal punto di vista cromatico ed il suo stato di salute era troppo perfetto per poter continuare a pensare ad un uccello "trattato˘ con sostanze che, tra l'altro, creano sicuramente problemi. Il mio ỏ, infatti, pochi giorni dopo che l'avevo avuto, morì con evidenti segni di avvelenamento. Fugai totalmente ogni dubbio l'estate dell'anno dopo quando, in una delle mie improvvise visite a casa del Driesmans, ebbi occasione di vedere la splendida ọ con una livrea perfetta che covava tranquillamente quattro uova. Peccato che poi i risultati riproduttivi si siano fermati lì, avendo Rudy ottenuto solo prole femminile ed avendo perso, nella successiva muta, la cardellina.
Ho dovuto attendere diversi anni prima di avere la fortuna di rivedere un altro isabella. Questa volta in Italia, a casa dell'avv. Cipolletta, ma si trattava, purtroppo, di un soggetto deceduto ed impagliato. Era molto simile a quello di Driesmans, con leggerissime differenze sulle tonalità di fondo. In entrambi i casi si è trattato di due soggetti di cattura, nati allo stato libero, presumo, da genitori ancestrali, quindi non frutto di accoppiamenti programmati tra bruni ed agata come ho avuto modo di scrivere nei numeri precedenti.


Mi auguro che presto possiamo arrivare allo stesso risultato in allevamento, così da poter fare un raffronto cromatico ed avere la certezza che i soggetti di cui parliamo oggi siano stati realmente degli isabella.
Mentre Cipolletta, infatti, condivide con me che la cardellina in suo possesso sia stata una mutata isabella, Driesmans ritiene che nel suo caso si sia potuto trattare anche di una ọ satinè, visto che la colorazione rossa dell'occhio era piuttosto accesa. Il sottoscritto, che ha avuto la fortuna di vedere dal vivo in Calabria, a casa dell'amico Corbelli, una vera cardellina satinè ed ha, quindi, potuto notare le notevoli differenze con il soggetto belga, non è d'accordo con questa ipotesi e spera, quanto prima, di poter dimostrare, al simpatico Rudy,che fattore riducente aveva interessato la sua cardellina.
Vediamo ora come si presenta un isabella. Questo gene mutante inibisce totalmente la eumelanina nera e riduce tanto la eumelanina bruna quanto la feomelanina. Il soggetto mutato ha il dorso di una calda tonalità beige chiaro, remiganti, timoniere ed occipite color bruno (senz'altro più diluito che nella mutazione bruna), petto, fianchi e ventre bianchi-avana. Il sottopiuma è nocciola chiaro. La mascherina resta rosso vermiglio ed anche il giallo delle remiganti, come è logico, non subisce schiarite. Zampe carnicine, occhio rosso isabella, becco ed unghie chiare completano il quadro.


Non ho notizie di soggetti già mutati nati in cattività; pertanto non posso dire se i pullus nascono con il piumino bianco e se il fattore, come si presume, anche nel cardellino si trasmette in forma recessiva sesso legata. Posso solo aggiungere con certezza che non è un fattore dominante, avendo io stesso visto la prole ottenuta da Driesmans dal connubio della sua ọ isabella accoppiata con un ỏ ancestrale, prole formata da tutti soggetti ancestrali. Mi auguro che nel giro di pochi anni tutti questi dubbi vengano chiariti e che si possa cominciare a pensare al cardellino pastello isabella o, ancor meglio, all'opale isabella che, sinceramente, oggi non riesco nemmeno ad immaginare nella bellezza e nella eleganza.
Speriamo di riparlarne!!!

 

 

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